Francesco Schettino: la decisione sulla richiesta di semilibertà
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Francesco Schettino, svolta improvvisa: la decisione sulla richiesta di semilibertà

Francesco Schettino

Colpo di scena per Francesco Schettino, l’ex comandante della Costa Concordia: la decisione sulla richiesta di semilibertà.

Francesco Schettino, dopo il rinvio dell’udienza ad inizio marzo, ha sorpreso tutti con una mossa inaspettata: ha scelto di fare un passo indietro sulla semilibertà proprio mentre era vicino a un possibile cambio di vita. La sua nuova avvocata, come riportato da Leggo, ha spiegato le motivazioni dietro questa decisione.

giustizia aula tribunali

Il caso del naufragio della Costa Concordia

Francesco Schettino è stato condannato in via definitiva nel 2017 a 16 anni di reclusione per omicidio colposo plurimo, lesioni, naufragio colposo e abbandono della nave. Ciò, in seguito, al tragico naufragio della Costa Concordia nel 2012, che causò 32 morti e centinaia di feriti.

Dopo oltre 12 anni dai fatti, e con più della metà della pena già scontata, beneficia già di alcuni permessi premio. Tuttavia, per il momento, ha scelto di non procedere con ulteriori richieste di misure alternative alla detenzione.

Francesco Schettino, il lavoro al Vaticano e la rinuncia alla semilibertà

L’ex comandante della Costa Concordia avrebbe dovuto iniziare un’attività di digitalizzazione di documenti storici presso la Fabbrica di San Pietro, all’interno del Vaticano. L’offerta era arrivata tramite l’associazione “Seconda Chance“, impegnata da anni nel reinserimento lavorativo dei detenuti.

Secondo quanto riferito dall’avvocata di Francesco Schettino, l’attività prevista era in continuità con quanto l’ex comandante stava già facendo all’interno del carcere di Rebibbia, dove si occupava della gestione di archivi legati a importanti vicende della storia italiana, tra cui il caso Moro e la strage di Ustica.

La proposta, però, non è più praticabile. Come dichiarato dalla legale, “nonostante l’associazione non si sia mai tirata indietro, non ci sono più le condizioni” per portare avanti quel tipo di collaborazione. Per questo motivo, ha deciso di presentare rinuncia formale alla richiesta di semilibertà. Il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha quindi archiviato il procedimento, dichiarando il “non luogo a provvedere” per sopravvenuta carenza di interesse.

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ultimo aggiornamento: 8 Aprile 2025 15:04

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